Il Monte Pendice (304 m) è situato nel comune di Teolo in provincia di Padova e si distingue tra i Colli Euganei per la sua particolare conformazione rocciosa. L'origine vulcanica è molto evidente nelle sue pareti verticali, le cui rocce interrompono il dolce profilo arrotondato delle verdi colline circostanti. Il sito, oltre ad essere molto interessante sotto il profilo geologico, è rilevante anche dal punto di vista naturalistico in quanto vi nidificano rare specie di rapaci, e anche storico, per la presenza dei resti di una fortezza medievale.
Il toponimo Rocca Pendice - che oggi identifica l'intero monte - deriva proprio dall'esistenza di un castello costruito in prossimità della sua cima e di cui rimangono solo i ruderi. L'antico edificio è conosciuto come Castello “della Speronella” e la sua avvincente storia si intreccia ad una famosa leggenda che contribuisce ad alimentare il fascino di questo luogo suggestivo.
Rocca Pendice è anche uno dei siti sportivi più conosciuti dei Colli Euganei, perchè qui è stata allestita un'importante palestra di roccia frequentata da scalatori esperti e da tutte le scuole di alpinismo della provincia di Padova.
La geologia di Rocca Pendice
Il monte Pendice è un corpo vulcanico filoniano, la cui formazione risale al secondo ciclo eruttivo del processo di genesi dei Colli Euganei. La risalita di magma è infatti avvenuta lungo fratture già esistenti, creando intrusioni nelle rocce sedimentarie e negli accumuli di tufi basaltici; quando il magma si è raffreddato ha dato origine ad una roccia molto compatta, definita quarzotrachite alcalina. Nel corso di milioni di anni gli agenti atmosferici hanno eroso le tenere rocce incassanti, portando alla luce il filone trachitico, la cui struttura allungata da nord a sud risulta ora delimitata da alte pareti verticali pressochè prive di vegetazione.
Sul lato occidentale, nella parte periferica del corpo vulcanico, si trova un singolare geosito chiamato Sasso delle Grotte. Si tratta di una parete subverticale in trachite alta circa 10 metri, caratterizzata dalla presenza sulla sua superficie di numerose e piccole cavità: questa particolarità geologica è collegata alle bolle di degassazione che si sono formate durante la fase di allontanamento dei gas dal magma in corso di raffreddamento. Il sito si raggiunge seguendo il sentiero CAI dell'Alta Via dei Colli Euganei, che percorre la base della palestra di roccia detta “delle numerate” e poi devia sulla destra per un breve tratto.
Le rarità naturalistiche
Il monte Pendice fa parte della zona di Riserva Naturale del parco Regionale dei Colli Euganei e nel 2007 i 13.800 ettari di Cima della Rocca sono diventati di proprietà pubblica classificati come patrimonio indisponibile regionale. L'area gode quindi di una particolare tutela e rientra nel progetto europeo Life-Natura, che mira a salvaguardare specifici habitat naturali nei Colli Euganei. La superficie del monte appare prevalentemente ricoperta da boscaglia e la varietà arbustiva che domina su tutte è la robinia; tuttavia sul versante nord è presente un bel bosco di castagno ben conservato e a meridione si trovano alcune zone in cui prevale la vegetazione tipica della macchia mediterranea.
La peculiare morfologia del terreno e le particolari condizioni climatiche hanno permesso la sopravvivenza in questo luogo di alcuni endemismi, tra cui l'Asplenium Foreziense Magnier, una felce molto rara e presente sui Colli Euganei unicamente all'interno delle fessure rocciose di questo monte.
Alcune rarità si riscontrano anche in ambito faunistico: le pareti del monte Pendice sono infatti frequentate da specie protette come il Falco Pellegrino, l'assiolo, l'allocco e la rondine montana. La fidelizzazione dimostrata da alcune coppie di falchi pellegrini che puntualmente nel periodo primaverile nidificano su queste pareti rocciose, ha valso l'appellativo di “nido d'aquila” a Rocca Pendice.
La palestra di roccia
Le pareti impervie di Rocca Pendice hanno cominciato a stimolare l'interesse degli scalatori a partire dalla fine dell'800. Fu probabilmente l'illustre letterato Antonio Fogazzaro a descrivere per la prima volta questo sperone roccioso come un luogo dalle “possibilità alpinistiche” e proprio due suoi amici furono i primi a scalare la parete orientale nel 1909, che fino ad allora era rimasta inviolata.
La palestra di roccia interessa tre aree del monte Pendice: il complesso di Punta Nord, Punta della Croce e il Sasso delle Grotte; quest'ultima rappresenta una piccola formazione, utilizzata soprattutto per fare bouldering e per allenarsi in caso di pioggia in quanto presenta un particolare traversino.
La principale parete attrezzata è quella di Punta nord che a sua volta risulta suddivisa in Parete Est, Parete Ovest e Pilastro Sud.
Le vie di arrampicata sono numerose e presentano molte varianti, qui di seguito si riporta l'elenco riportato dalla guida “Rocca Pendice”:
Punta Nord - Parete Est
- Palestrina
- Cresta
- Dinamiche basse
- Dinamiche alte
- Pilastro Maurizio
- Diavolo
- Lavagne nere
- Checco e Granchio
- Attacchi
- Cengia alta
- Scudo centrale
- Bianchi e Dorna
- Carugati
Punta Nord - Pilastro Sud
- Blues
- Barbiero
- Kundalini
Punta Nord – Parete Ovest
- Numerate Basse
- Pilastro della Nord
- Numerate alte
- Sasso delle Grotte
Punta della Croce
- Mai più colla
- Frankies
- Pilastro Sud
Tra le vie di arrampicata classiche gli itinerari sportivi più praticati sono i seguenti:
- Le creste: sviluppo 200 mt; difficoltà III-IV (con un passo di V-);
- Spigolone: sviluppo135 mt; difficoltà V (con passi di V+);
- Diedro Carron: sviluppo 135 mt; difficoltà A2 e V+;
- Direttissima: sviluppo 200 mt; difficoltà V (con passi di VII-);
- Dorna: sviluppo 160 mt; difficoltà IV-V (con un passo di VI-);
- Bianchini: sviluppo 160 mt; difficoltà IV-V (con un passo di A0 o VI-);
- Carugati: sviluppo 180 mt; difficoltà III-IV;
- Diedri Sandi: sviluppo 180 mt; difficoltà V;
- Spigolo Barbiero: sviluppo 160 mt; difficoltà IV+ (con un passo di VI);
- Gardellin-Munaron: sviluppo 100 mt; difficoltà A2 e IV.
Fonte: Rocca Pendice - Vie di arrampicata sui Colli Euganei - Idea Montagna editore.
Autore:Michele Chinello, Marco Simionato