Il Giro delle Creste è un itinerario escursionistico della durata di circa 3 ore e mezzo con un dislivello positivo di 330 metri ed è il più impegnativo dei sentieri proposti sui Colli Euganei per la presenza di vari tratti rocciosi lungo il percorso, che risultano accessibili anche a chi non è uno scalatore prestando la dovuta attenzione.
Il percorso è molto interessante dal punto di vista geologico in quanto consente di conoscere da vicino le rocce più significative dei colli, originatesi dalla penetrazione di lave acide nel basalto e messe a nudo dall'erosione delle più friabili e morbide rocce sedimentarie. Queste formazioni, che si incontrano all'inizio del percorso, sono meno conosciute di quelle di Rocca Pendice che si ammirano alla fine del giro, ma non per questo meno affascinanti.
Il giro delle creste si snoda sui pendii a nord-ovest del monte Venda e ha come punto di partenza/arrivo la strada che collega Teolo a Castelnuovo: dal più basso dei sei tornanti si prende la prima stradina sterrata sulla destra e si arriva in un bosco di antichi maronari, continuando fino ad incontrare una casa colonica ristrutturata con un portico di legno a vista. Da qui si scende per un sentiero erboso sulla sinistra: in questa zona si trova una vegetazione amante dell'umidità, come la brionia, la vitalba e il sambuco. Arrivati ad un varco sulla destra si apre su un prato: mantenendo il sentiero principale sulla sinistra si raggiunge un boschetto di robinia da dove si comincia a sentire il fragore della piccola cascata Schivanoia, l'unica cascata perenne presente sui Colli Euganei. Seguendo la traccia più marcata del sentiero e svoltando a sinistra si incontrano grosse pietre che segnano una vecchia mulattiera. Giunti nei pressi del calto Contea è possibile vedere il vallo in cui si forma il salto d'acqua: il luogo oggi è in stato di abbandono, ma di fronte alla cascata si riconoscono i resti di un antico mulino che indicano come in passato il sito sia stato utilizzato dall'uomo. Si può scendere fino ai piedi del rudere, facendo attenzione a non scivolare, lungo il sentierino che si stacca da quello principale per ammirare la cascata dal basso all'ombra di alcuni ontani e circondati dal profumo dell'aglio ursino che fiorisce tra marzo e aprile. Tornati sopra la cascata si attraversa il torrente risalendo dalla parte opposta e si gira a sinistra; dopo aver trovato un vigneto si continua a salire camminando tra una piccola scarpata sulla sinistra e un campo sulla destra. Arrivati in quota si percorre un viottolo passando prima fra due abitazioni accostate e poi vicino ad una terza isolata, dove si svolta a destra proseguendo in salita fino ad una stradina asfaltata; qui si gira a sinistra e si raggiunge una piccola sella. Sulla destra c'è un viottolo sbarrato, lungo il quale si continua a salire; superato un vigneto, dopo una quarantina di metri, si attraversa una boscaglia: qui parte un sentiero obliquo difficile da individuare inizialmente a causa della vegetazione, ma che diventa pulito dopo i primi metri percorsi sotto i castagni. Lasciando perdere le deviazioni che scendono dal crinale, si prosegue sul fianco inclinato del monte ricoperto di robinie. A nord spiccano degli speroni rocciosi ben allienati e conosciuti con il suggestivo toponimo di “Forche del diavolo”. Arrampicandosi sulla destra si può guadagnare la loro cima da cui si gode di un panorama splendido: verso est si ammirano altre formazioni rocciose, dette i “Denti de la vecia”, che costituiscono la prossima tappa. Scendendo dal promontorio si prosegue fino alla strada asfaltata che congiunge Boccon a Castelnuovo. Si passa davanti alla trattoria “Al sasso”, circondata da una siepe: una decina di metri dopo si entra nel bosco e si segue il tracciato bianco e rosso dell'Alta via dei Colli, girando dietro alla trattoria e risalendo verso ovest piegando a sinistra. Al termine della salita si trova un grande masso nei pressi del quale è possibile lasciare il sentiero per affrontare la scalata ai “Denti de la vecia” se si hanno le scarpe adatte. Da lassù la vista spazia dalla valle del rio Molini che scende verso Vò, ai Colli Berici; a sud si vedono i monti Lozzo e Vendevolo; a nord il monte della Mondonna, Altore e Grande; di fronte i pendii coltivati. Proseguendo verso est lungo il crinale, dopo 150 metri si trova una roccia dalla cima piatta ricoperta di edera da cui parte un sentiero sulla destra; percorrendolo si arriva in un vigneto, oltre il quale si sale ancora per circa 70 metri e, tralasciando il primo viottolo sulla sinistra, si prende quello successivo continuando in costa verso nord. Il sentiero conduce sul fianco settentrionale del monte Baiamonte; qualche metro più in alto si trova la strada asfaltata che sale alla base militare del Venda, ma il giro porta invece a scendere sulla sinistra verso Castelnuovo. Prima di raggiungere la cinquecentesca chiesa di San Biagio, si incontra un edificio con finestre ad arco sulla facciata: risale ad oltre 200 anni fa, quando nelle prime carte topografiche moderne veniva indicato come osteria. Arrivati di fronte ai gradini della chiesa una ripida salita porta allo spiazzo del Pendice: lo spiazzo erboso tra le roverelle mostra coltivazioni terrazzate artificiali con resti di mura medievali, probabili fortificazioni o resti dell'antico nucleo abitato che originariamente portava il nome del patrono San Biagio. Da qui si scende fino al sentiero appena lasciato e si continua fra i castagni che portano alla base quadrata del torrione settentrionale del castello e, dopo averne salito i gradini, si scende dal lato nord e si continua lungo la cresta del monte. Qui la vegetazione vede dominare la robinia e i rovi con qualche leccio sulla destra. In primavera la viola tricolore e il cisto colorano il prato. Risalendo fino alla punta della Croce sul pendio di fronte si trova una meravigliosa distesa di vegetazione mediterranea e scendendo fra le robinie a ovest si prosegue lungo un sentiero attraverso i prati di alcuni campi abbandonati. Dalla sommità piana del colle si compie un'ampia curva in senso antiorario, che porta a passare sulla griglia di una cisterna nei pressi di una torre medievale i cui finestroni occidentali dimostrano la successiva trasformazione in residenza rinascimentale. Seguendo l'orlo meridionale dell'antico edificio comunemente chiamato Castello di Speronella per la nota leggenda medievale che ha per protagonista una fanciulla rapita ed imprigionata in questo luogo, si passa tra le pareti dei due muri vicino ai castagni raggiungendo la base della torre dove una veloce discesa porta ad una forcella da cui si prosegue verso sinistra. Camminando a zig zag nel bosco di robinie si sbuca su ampie coltivazioni e sulla strada asfaltata che porta verso Teolo. A questo punto si può scegliere se percorrere i tornanti o tagliare per il monte per raggiungere il punto di partenza.